Hot Wife Holiday - Parte 2

Scarlettlips123 Di Scarlettlips123 81 visualizzazioni 13th Aug 2024

Venditore Narrativa Erotica
Hot Wife Holiday - Parte 2

Si svegliò nuda a letto al suono del telefono che vibrava. Aprì gli occhi, curandosi la testa. Avevano bevuto così tanto vino. Cercava freneticamente dell'aspirina nei ca**etti del tavolo da toeletta in marmo. Ne inghiottì una con dell'acqua mentre girava il telefono. Suo marito patetico la stava chiamando di nuovo. Lasciò squillare il telefono un po' di più. Gli sarebbe piaciuto essere preso in giro di più, pensò, con un sorriso furbo.

"Tesoro, sei lì?" sembrava frenetico.

"Ho riflettuto e... sai che la scorsa notte è stata incredibilmente calda. Come niente che avessi mai sperimentato prima..." si fermò imbarazzato "... Ma Cleo, sono preoccupato per te là fuori... lui... e cosa potrebbe succedere dopo." Cercava di ascoltare sinceramente, ma una risatina le sfuggì dalle labbra.

"Hai paura che mi rubi caro?" non poteva trattenere la risata ora, sentiva il suo respiro diventare più affannoso. Era davvero turbato. Marcus era un finanziere, il capo. Nel mondo del lavoro, era re. In questo viaggio comandava lei, e sapeva che lui amava ogni secondo.

"Ascolta tesoro..." disse, la sua voce si addolcì "Sarò sempre tua moglie. E sto facendo come chiedi. Sei un ragazzo molto bravo. Sembrava intuire il nostro accordo in qualche modo e mi a**icura che tutto è stato sistemato."

"Sono solo preoccupato che ti porti da qualche parte stasera e io non possa guardare... E spero che non ti faccia del male. Ho visto la dimensione di quel cazzo" disse sottovoce.

"Oh tesoro." coccolava "Starò bene. Ti chiamerò non appena finiamo. E se vuoi uscire in un momento in cui il lavoro è meno frenetico, a**icurati di portare la gabbia."

"La gabbia..." sospirò, gemendo leggermente "Cazzo Cleo. l'idea di guardare dal vivo..." lo interruppe.

"Non devi toccarti fino a stasera, mi senti?"

"Sì, sì tesoro." disse dolcemente "Hai la mia parola."

"Bene" rispose seccamente e chiuse il telefono di sc*tto.

Rimase a letto per un po', sognando Francesco con le sue cosce muscolose, i suoi glutei, le sue forti braccia e il suo grosso cazzo. Si fece la doccia, sentendo l'acqua calda scorrere su tutto il corpo, insaponandosi, le mani lingeravano sul suo corpo, immaginando il suo tocco.

Quando usci dalla doccia, oliò nuovamente tutto il corpo, iniziando dal collo questa volta, strofinando l'olio sui seni con movimenti circolari, sullo stomaco e le mani si fermarono mentre lisciava l'olio sulle cosce interne, la sua figa pulsava. Era un desiderio che non aveva mai sent*to prima. Non poteva fisicamente aspettare fino a stasera. Le faceva male. Sospirò e si sdraiò sul letto, trovò del lubrificante nel ca**etto del comodino e lo strofinò tutto intorno e dentro la sua figa pulsante. Scosse freneticamente la valigia e trovò la sua bacchetta, con quella veniva sempre così tanto. Si sdraiò sul letto e aprì le gambe, chiudendo gli occhi.

Il telefono vibrò rumorosamente. Lo girò per vedere cosa volesse adesso. Ma non era lui. Era Francesco...

"Non pensare nemmeno a toccarti." diceva il messaggio.

Sussultò. E gemette di frustrazione. Il telefono vibrò di nuovo.

"Ti rovinerò di brutto."

Le ore successive sembravano giorni. Faceva così caldo oggi, e la faceva sentire come se stesse impazzendo. Indossò un vest*to rosso, grandi orecchini pendenti d'oro, e sistemò i capelli, lasciandone alcuni davanti in riccioli che incorniciavano il viso. Decise di indossare l'anello nuziale stasera, pensò che lui l'avrebbe visto come un tocco piacevole. Non aveva reggiseno stasera, i suoi capezzoli erano visibili, né indossava un perizoma. Usciva fuori e fumava a catena, guardando quella vista favolosa. Guardò il telefono, erano le 7 di sera. Un'auto sportiva italiana entrò in vista. Lo guardò dal balcone. Una figura alta e affascinante in una camicia bianca impeccabile e jeans. La guardò sorridendo. Il suo sorriso illuminava i suoi tratti ruvidi.

"Wow. Una visione!" gridò su a lei.

Lei sorrise e scese per incontrarlo.

Teneva le chiavi della macchina in mano e la baciò teneramente sulle labbra. Lei sorrise e cominciò a salire le scale della villa, camminando leggermente avanti in modo che potesse vedere che non indossava le mutandine. Ma lui si fermò e la invitò verso l'auto. "Pensavo che saremmo andati dentro..." iniziò mentre si sedeva sul sedile del pa**eggero. Lui le mise un dito sulle labbra per farla tacere. "Voglio mostrarti qualcosa." disse semplicemente. Guidava veloce, attraversando strade tortuose e colline in fiore di fiori selvatici. Abba**ò il finestrino e fumò una sigaretta. Viaggiavano in silenzio, lui allungava la mano e tracciava le linee del suo corpo attraverso il vest*to di raso rosso, mettendo la mano dentro lo spacco laterale per sentire la sua pelle. Aveva la pelle d'oca dal suo tocco. Si sentiva già bagnata. La sua mano trovò le sue cosce interne e le ma**aggiava, mandandole brividi lungo la schiena. si appoggiò e chiuse gli occhi. Lui trovò la sua figa e mise un dito dentro per a**aporarla, mettendo di nuovo il dito nella sua bocca. sapeva di salato e dolce. Rituffò il dito dentro,

"Sei succosa bambina" commentò.

"Oh cazzo" gemette.

Rideva mentre trovava il suo punto G e infilava un altro dito, lei poteva sentire i suoi succhi scendere lungo la gamba e i suoi capezzoli indurirsi. calore pulsava attraverso il suo corpo... lasciò uscire un gemito. Invece di proseguire, si fermò e fece scivolare le dita fuori da lei. La sua figa stava colando così tanto. Aprì gli occhi e lo guardò, non poteva nascondere la sua delusione. La sua figa pulsava per lui così tanto che le faceva male. Voleva gridare dalla frustrazione. Lui le baciò la mano e le accarezzò i capelli.

"La pazienza è una virtù." disse.

Una piccola cappella apparve in vista, e parcheggiò l'auto su un bordo vicino. la tenne per la vita e la spinse dentro. Sussultò mentre attraversavano la soglia. dentro c'erano le più belle raffigurazioni di Venere che avesse mai visto. Il soffitto era d'oro. C'erano statue scolpite con intricata perfezione ovunque.

"Sono d'avorio" disse, stando dietro di lei, accarezzandole i capelli.

Parlava con pa**ione dell'arte, di come lo ispira**e, del processo dello scolpire le statue.

"Qui puoi vedere quanto è sensuale Venere" disse.

Il calore nella chiesa era soffocante, lei si sentiva respirare pesantemente, lui la teneva stretta da dietro, la sua bocca mordicchiando il suo orecchio. Lei si appoggiava a lui. Lui le baciava il collo, sollevò il suo vest*to e con entrambe le mani lo strappò improvvisamente in due. Lei sussultò e istintivamente coprì i seni.

"Cosa hai fatto?.." iniziò.

Non appena le parole le uscirono dalla bocca, ci fu un forte colpo alla porta. Francesco la teneva ancora da dietro, accarezzandole i capelli, lei si divincolò dalla sua presa e si voltò improvvisamente, coprendosi il più possibile. Aveva paura. cosa stava succedendo?

Un uomo alto stava alla porta, vest*to elegantemente, sembrava studioso e portava gli occhiali. Aveva un bell'aspetto italiano, ma non era Francesco.

"Va tutto bene cara" disse Francesco "È venuto per aiutarci."

L'uomo aveva una coperta in mano, e la lanciò attraverso la stanza, Francesco la prese e la usò per coprirla. Si sentiva improvvisamente più rila**ata.

"Vai a prendere ciò di cui abbiamo bisogno dall'auto" disse Francesco, l'uomo sorrise e annuì e ritornò con una borsa e una bottiglia d'acqua che porse a Cleo.

Francesco aspettò che svuota**e la bottiglia prima di parlare di nuovo. Si sentiva di nuovo se stessa ora, ma si chiedeva cosa stesse succedendo. Francesco rovistò nella borsa e tirò fuori una videocamera e un treppiede.

"Questo è quello di cui abbiamo bisogno, vero baby."

Lei annuì con eccitazione e sollievo.

La baciava avidamente, poteva davvero sentire quanto la desiderava anche questa volta. Staccò la coperta da lei e la sollevò dal pavimento, non poteva credere alla sua forza. La tenne su contro un pilastro con una mano, palpeggiandole i seni e ma**aggiandole i capezzoli con l'altra mano. Il cameraman si spostò per ottenere una visione ravvicinata.

"Voglio..." disse Francesco

"Che tu ricordi quello che ti ho detto di questa chiesa."

La teneva ancora contro il pilastro, si mise le dita in bocca e le coprì di saliva, infilandole dentro la sua figa con forza.

Lei emise un grido.

"In che anno è stata costruita questa chiesa?" chiese accelerando il ritmo delle sue dita.

"1602?" chiese lei.

"Sbagliato" rispose, tirando fuori le dita da lei e asciugandole sui suoi jeans.

"Sono deluso Cleo" disse.

Sforzò il suo cervello per pensare a quale potesse essere. Non riusciva a pensare lucidamente.

"1630?" chiese di nuovo, con urgenza nella voce.

Guardava giù e vedeva il suo cazzo duro nei jeans. Tutto quello che voleva al mondo era che lui la scopa**e. Lui notò e la teneva più saldamente, la spinse ulteriormente contro il muro e le mise tre dita nella figa senza saliva. Iniziò a percuotere il suo punto G, le sue gambe tremavano incredibilmente, il cameraman era inginocchiato, guardando la sua figa allargarsi con ogni colpo delle dita. Lei si mordicchiava il labbro e sentì una calda sensazione avvolgerla, stava per venire. Lui le tenne il viso con una mano sotto il mento e la baciò appa**ionatamente.

"No" disse, tirando la mano fuori dalla sua figa e lasciandola scendere gentilmente nella posizione eretta.

"Veniamo insieme."

"Francesco. Basta giochi. Per favore. Non ce la faccio più" si lamentava.

Lui rideva, e si girava, togliendosi la camicia, i jeans e i boxer. Posa per la videocamera. Eccolo, era così eretto. Sembrava il cazzo di una statua, ed era ancor più grande di quanto ricorda**e. Lui sorrideva, camminando verso di lei, tenendosi il cazzo in mano, accarezzandolo casualmente.

"Sei pronta a mettere in scena uno spettacolo?" chiese, sorridendo.

"Sì" disse senza fiato "Ho bisogno del tuo cazzo."

Lui era seduto a casa nel loro appartamento di Londra, si mordeva le unghie. Era stato malato di preoccupazione per due giorni. aveva controllato religiosamente le telecamere ogni ora. Lei non c'era. Era così preoccupato che fosse scappata con lui. Aggiornò di nuovo la telecamera, niente. Aveva chiamato al lavoro per comunicare la malattia da casa. Non riusciva a sopportare l'apprensione. All'improvviso ricevette una notifica via email. Un allegato. Ancora lavoro, sospirò esasperato. Cliccò su di esso e si bloccò sulla sedia. Eccola lì. Nuda in una cappella, immersa nel sudore. Qualcuno stava filmando, Francesco era rivolto alla videocamera, eretto. Non poteva credere alla dimensione del suo cazzo. Doveva essere nove pollici, pensò. Francesco sorrideva e posava per la videocamera, sembrava essere stato scolpito dal marmo. Mentre si girava, vedeva come i muscoli dei suoi glutei si flettevano. Notava i suoi polpacci forti. Cleo respirava pesantemente, lo implorava di scoparla. Lui la premeva contro il muro e lei si drappeggiava le gambe intorno a lui. Spingeva il suo cazzo completamente dentro di lei senza alcun lubrificante. Lei urlava.

Lui le mise la mano in bocca, e lei succhiava felicemente le sue dita. Continuava a percuoterla, lei urlava di estasi. Non l'aveva mai vista fare quei versi prima. I suoi occhi si giravano indietro nel cranio mentre lui la percuoteva e percuoteva. Il cameraman doveva essere inginocchiato mentre si girava per mostrare il suo cazzo duro entrando e uscendo da lei. Poteva vedere la sua figa. Poteva sentire quanto fosse bagnata. Cominciava a gemere anche lui. E a parlare con lei.

"Wow, che figa stretta. Sprecata con il tuo marito perdente." respirava.

"Hai mai avuto un cazzo come questo?"

"No" gemette, riusciva a malapena a dire parole, la stava percuotendo così velocemente e così forte. Senza preavviso, lui andava ancora più veloce, ancora più ruvido. La videocamera panoramava di nuovo sulla scena. Erano entrambi sudati profusamente, il viso di lei era tutto rosso e il suo rossetto era sparso per tutto il viso. L'espressione sul suo viso era pura estasi. Sembrava come se fosse entrata in un altro regno, un sorriso illuminava il viso. Lui si sentiva pronto a esplodere. voleva venire nello stesso momento in cui lo facevano loro. teneva il suo inutile piccolo cazzo in mano, respirando pesantemente. Non sarebbe riuscito a trattenersi molto più a lungo.

Francesco all'improvviso si tirò fuori e lei emise un sospiro.

"NO!" urlò.

Vedeva che il suo cazzo era coperto dei succhi di lei. ne mise un po' sul dito e glielo fece a**aggiare. Implorava di nuovo che rimettesse il cazzo dentro di lei.

Lui lo fece ma fu davvero ruvido questa volta. Spingendo dentro il più lontano possibile, poi tirando fuori. Lei gemeva così tanto ora e le sue gambe tremavano.

"Ti fa male?" chiese.

"Sì ma è così BUONO" urlò.

Spingeva così forte ora, e i suoi versi diventavano sempre più forti. Cominciava a fare versi anche lui. Capiva che erano vicini. Il cameraman si era messo di nuovo a terra e vedeva il suo cazzo duro contrarsi, riempiendola di sperma. Gemettero all'unisono, rimase dentro di lei per un minuto. Ora toccava a lui esplodere, non aveva mai venuto così forte in vita sua. Sua moglie con un uomo vero. Un Adone. Francesco si tirò fuori e vide la crema gocciolare fuori da lei. Si chiedeva se stesse prendendo la pillola. Sperava segretamente di no. Cadde sul divano, senza fiato, e chiuse il laptop con uno sc*tto.

Il telefono squillò e per poco non saltò dalla pelle.

"Allora, cosa ne pensi?" fece lei, ronfando.


Di Scarlettlips123

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